Descrizione

Le industrie creative o, più in generale, le industrie culturali e creative (CCI) hanno avuto una rapida crescita economica nel corso degli ultimi anni e generano a livello globale un enorme fatturato. Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e sullo sviluppo (UNCTAD) il loro valore sul mercato mondiale è pari a 1,3 trilioni di dollari. Nei Paesi dell’OCSE le industrie culturali e creative hanno un tasso annuale di crescita che varia fra il 5 e il 20%. In Europa, producono ricavi pari a 535,9 miliardi di euro e costituiscono il 4,2% del PIL. Il settore è il terzo per manodopera dopo quello dell’edilizia e dell’industria della ristorazione.

Il termine industrie creative fu introdotto per la prima volta nel 1944 da Adorno e Horkheimer che lo utilizzarono per descrivere la creazione, la produzione e la distribuzione su scala industriale dei prodotti culturali.

Più tardi, negli anni Novanta, in Australia e in Regno Unito, il concetto si evolse fino a comprendere quello di economia creativa, in cui la componente creativa viene esaltata e percepita come il motore dell’innovazione, dell’evoluzione tecnologica e costituisce un vantaggio competitivo per la crescita delle imprese.

Secondo il Parlamento europeo (2016) con il termine industrie creative e culturali si intendono “le industrie che si basano su valori culturali, diversità culturale, creatività individuale e/o collettiva, competenze e talento, e che hanno il potenziale per creare innovazione, ricchezza e occupazione generando valore sociale ed economico soprattutto dalla proprietà intellettuale”.

In base a quanto riportato sul Libro verde della Commissione europea del 2010, oltre ai settori tradizionali delle arti (arti dello spettacolo, arti visive, patrimonio culturale – compreso il settore pubblico), questi beni e servizi comprendono anche i film, i DVD e i video, la televisione e la radio, i giochi video, i nuovi media, la musica, i libri e la stampa.

(1) UNCTAD – United Nations Conference on Trade and Development

Il progetto Creative Talent Factory (CTF) si concentra sui seguenti settori:

  • Arti visive e performative
  • Artigianato
  • Arte e antiquariato
  • Moda
  • Musica e danza

Dati sull’occupazione nelle industrie creative

  • Nel 2015 erano 8,4 milioni le persone occupate nel settore delle industrie culturali e creative all’interno dell’Unione europea, pari al 3,7% della forza lavoro.
  • Nelle grandi città europee 1 posto di lavoro su 7 è legato alle industrie culturali e creative.
  • In Unione europea la forza lavoro impiegata nel settore delle industrie creative è a quella dell’industria automobilistica.
  • I settori che offrono maggiori opportunità sono quello delle arti visive e performative e dell’industria musicale, che rappresentavano circa il 50% dei dipendenti nel 2012.
  • Sono le arti visive, la pubblicità e la televisione a generare il maggiore volume d’affari nel settore delle industrie culturali e creative a livello europeo.
  • Sono 2,45 milioni le imprese europee appartenenti al settore delle industrie creative
  • Tale settore in Europa è costituito per il 95% da micro e piccole imprese con, in media, 2-3 dipendenti.

Domande Introspettive

1. Come descriveresti il concetto di industrie creative?

2. Secondo te perché l’industria culturale è così importante a livello sociale?

3. Come sarebbe un modo senza industrie culturali e creative? ;

Numero del Progetto: 2020-1-LT01-KA204-077959
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